Dal 10 febbraio il mondo del ciclismo si prepara ad una vera e propria rivoluzione in fatto di ‘pratiche dopanti’. Cosa succederà
Se ne parla da tempo e, dopo la relazione di un pool di scienziati, la novità rivoluzionaria è diventata ufficiale. Essa riguarda il mondo del ciclismo, che a partire dal 10 febbraio 2025 verrà caratterizzato da importanti cambiamenti per quanto riguarda l’elenco delle cosiddette pratiche dopanti. A partire da quel giorno infatti verrà vietata ufficialmente una nuova pratica in quanto essa comporta una “alterazione chimica del sangue” come stabilito dall’UCI.

Inoltre l’allarme ha valicato ben presto i confini di questa disciplina sportiva iniziando ad interessare anche altri sport come ad esempio lo sci. Anche se resta un problema da affrontare dal momento che ad oggi dimostrare l’inalazione della sostanza in questione risulta quasi impossibile. Scopriamo di che cosa si tratta.
Ciclismo, rivoluzione dal 10 febbraio: la pratica bandita dall’Uci perché ‘dopante’
Il caso esplose a ridosso dell’ultimo Tour de France: diverse squadre partecipanti infatti effettuarono l’inalazione della sonstanza in questione adottando una pratica nota come rebreathing, e diversi nomi di punta del mondo del ciclismo vennero coinvolti. Per mesi si discusse per capire e si fosse trattato di un caso o meno. Dopo varie conferme e smentite arrivò però l’ammissione da parte delle persone coinvolte in merito all’inalazione del monossido di carbonio. Si scoprì che la pratica era da tempo diffusa e che veniva messa in atto non soltanto nel corso degli allenamenti ma anche durante le gare.

L’Unione Ciclistica Internazionale è dovuta intervenire per trovare una soluzione: solo nel mese di novembre ha preso una posizione chiara arrivando a decidere di bandire il monossido di carbonio e la pratica del rebreathing. Stabilendo che dal 10 febbraio essi sarebbero entrati nell’elenco delle pratiche dopanti. Gli scienziati chiamati a redigere una relazione in merito hanno stabilito che l’utilizzo comporta un’alterazione chimica del sangue. Questa conferma scientifica stabilisce che il rebreathing è di fatto doping. Gli esperti di Losanna hanno spiegato che “si entra bel campo specifico della manipolazione chimica del sangue”. E che chi dal 10 febbraio in poi utilizzerà la pratica incorrerà in sanzioni disciplinari. Resta però ancora un problema da affrontare: ad oggi dimostrarne la somministrazione è quasi impossibile.
Non è cioè facile riuscire ad individuare senza alcun dubbio lo sportivo che ne faccia uso. Tanto più che in precedenza la pratica del rebreathing era stata presentata come un metodo rivoluzionario di allenamento e per questo si è diffusa anche in altre discipline interessando ad esempio il mondo dello sci. Ad oggi non vi sono dubbi sul fatto che essa sia contraria ad ogni etica sportiva e per tale motivo dovranno essere presi provvedimenti anche nello sci.